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BLOCKCHAIN & TOKEN


Se mi fido del prossimo, dall’interazione che ne scaturisce posso trarre vantaggi poiché si aggiungono le potenzialità di ognuno. Abbiamo visto che la fiducia ha bisogno di conoscenza reciproca e si crea con il passare del tempo o, in alternativa, può essere un terzo personaggio, noto ad entrambi gli attori dell’interazione, che può testimoniare il presupposto di fiducia necessario alla collaborazione che ogni parte desidera assicurarsi.

La tecnologia blockchain fa in modo che questa fiducia si possa creare autonomamente e pubblicamente perché attraverso il registro di contabilità condivisa (blockchain) custodito da tutte le parti coinvolte nella transazione si esplicano tre verità inconfutabili:

  • IMMUTABILITÀ e TRACCIABILITÀ di qualsiasi transazione registrata nella blockchain.


Il registro blockchain è pubblico e condiviso fra tutti coloro che lo utilizzano e quindi per essere valido deve essere continuamente aggiornato e sincronizzato. Ci sono diversi metodi per ottenere questa garanzia e fare in modo che nessuno possa agire con intenti malevoli poiché per accrescere i propri vantaggi incontra lungo la sua strada malevola una serie di ostacoli che rendono impossibile l’operazione. Non si impedisce che esistano agenti malevoli, si fa in modo che chi vuole attivare dei comportamenti non corretti necessiti di un dispendio di energia e risorse ben più alto rispetto a quello necessario per una transazione corretta. Semplicemente non sarà conveniente comportarsi in modo diverso e approfittarsi degli altri. La transazione parte sempre dal controllo ci ciò che è accaduto nel blocco di transazioni precedenti e verifica

  • GARANZIA distribuita


Se per confermare una transazione il 50% + 1 dei possessori del registro deve verificare che l’operazione richiesta sia valida, sarà molto difficile che chi vuole agire in modo malevolo trovi un grande numero di possessori della block chain che avvallino la transazione fraudolenta soprattutto se questa convalida deve essere fornita random da persone sempre diverse e quindi a meno di non corrompere l’intera comunità sarà impossibile sapere chi valida e se accetterà di validare il nuovo blocco malevolo che vuole togliere valore a una persona per darlo ad un altra.

Di fatto l’operatore malevolo si trova in possesso di una serie di blocchi che sarà diversa da quella posseduta dagli altri operatori del sistema e quindi sarà sempre scartata perché non valida. E’ quindi di fatto impossibile attribuire a se stessi un valore non riconosciuto dagli altri

  • CONVENZIONE di riconoscibilità del valore registrato.


Qualsiasi moneta di scambio prende valore dal fatto che sia universalmente conosciuta da una comunità. Il valore della moneta è legato ad una convenzione che rappresenta la ricchezza attraverso o un bene raro (oro – diamanti – ecc…) o attraverso una garanzia fornita da un terzo. Tutto questo è riproducibile attraverso la blockchain attraverso il registro condiviso costituito da regole automatiche che sono alla base della generazione dei blocchi (le transazioni registrate nella catena di transazioni) Una volta che si è individuata le regola (white paper) sarà impossibile uscire dalla convenzione o modificarla poiché costituita sul primo presupposto.


Il TOKEN (la cui traduzione in italiano è “gettone”) non è altro che una moneta convenzionale. Esempio di un token ante litteram era quello della cabina telefonica pubblica. Telecom o Sip emetteva la sua moneta che era correlata al costo della telefonata. Questo poi si è tramutato con la digitalizzazione in carte telefoniche prima e in sim e carte di ricarica o pagamenti on line per i cellulari fino ai giorni nostri, ma di fatto siamo sempre scomponendo in unità di conto definite secondo l’utilizzo che se ne fa di valori più grandi.


Se mettiamo assieme il concetto di registro blockchian e il concetto di Token possiamo comprendere facilmente che non abbiamo più bisogno della banca centrale e tanto meno di un imperatore o regnante perché la comunità attribuisca il valore del gettone e lo amministri se la comunità definisce le regole iniziali e condivide nel registro contabile condiviso ogni transazione. Se abbiniamo un valore reale al token e lo inseriamo in una economia complessa come l’attuale la cosa più efficace è quella di commisurare il valore del token a beni tangibili e reali, prodotti dalla società stessa. Quindi possiamo pensare a più monete (che diventano valute rappresentative di varie settori dell’economia) che possono essere rapportate ad una moneta sociale che misura nel suo insieme il valore dell’economia della comunità che la utilizza. Nel mondo contemporaneo il più grande valore è quello delle informazioni che ognuno di noi produce instancabilmente e ne è motore.

Un token che misura l’informazione esiste già e si chiama DT Coin, è disponibile in modo finito, conserva il suo valore, si basa su una blockchain non centralizzata e queste caratteristiche ne consentono un uso come moneta nei negozi reali e on line. E’ collegato ad una azienda che opera nel mercato dei big data e che ha messo in discussione il modello attuale di internet ritenendo che il valore dei big data vada ridistribuito fra tutti coloro che li generano. Tutto il sistema è realizzato in modo che la circolarità economica sia garantita e tutti possono essere parte di questo sistema in modo paritario.

Attraverso l’utilizzo di questa stessa tecnologia blockchain possono poi essere realizzati altri strumenti e token correlati a diversi beni essenziali quali ad esempio, la filiera dell’abitare, per rendere l’economia circolare armonica, collaborativa e a-competitiva.

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